L’intervento della polizia è avvenuto questa mattina poco dopo le 9, quando gli ultimi occupanti del fatiscente immobile di Caina, Salvatore Aggrate e Maurizio Diamanti, in seguito ad una telefonata dell’Assessore al Sociale Massimiliano Bernardi  si erano recati in Comune, sperando che dai servizi sociali giungessero buone notizie. “Sono arrivati mentre noi eravamo fuori”, afferma Maurizio Diamanti, “e quando siamo tornati avevano finito. Hanno già distrutto buona parte del mobilio, che poi era di mia moglie”, prosegue,  “non so davvero dove andare e c’è anche il mio cane…ci sistemeremo entrambi sotto la tettoia del Comune, non posso permettermi di mollare”.Ma il figlio di Aggrate no, lui era in casa quando è stata sfondata la porta e sarà lui a sistemare i cartoni contenenti gli ultimi effetti personali. Intanto sono arrivati alcuni famigliari dell’uomo. Nipote e cognata si preoccupano per il più giovane, Antonio, che fino ad oggi ha dormito nella roulotte sotto le palazzine. Non vuole andarsene lui e all’inizio non riesce a trattenere le lacrime, poi lo convincono e il suo racconto lascia pensare:18 anni compiuti ad agosto scorso, è fatta di sgomberi: il primo quando aveva poco più di 14 anni e viveva a Caina con la sorella sedicenne, il padre in carcere. In seguito allo sgombero coatto di allora la sorella venne affidata alla zia e Antonio collocato in una casa famiglia. Una serie di fughe dalla struttura, prima per raggiungere la madre in Sicilia poi, 2 anni fa, per vivere nella roulotte dove risiedeva fino a ieri. “Io vorrei soltanto che ci dessero una casa, anche piccola, dove poter vivere”, afferma il ragazzo, “mio padre è ancora in carcere, ma quando uscirà a Giugno sarà ancora peggio: una persona in più…”. Nel primo pomeriggio in Piazza II Giugno c’è Maurizio Diamanti, aspetta che lo raggiungano Salvatore Aggrate col figlio e il nipote.