La conferenza aziendale dei sindaci della USL Toscana nord ovest, riunitasi questa mattina nella sala Ceccarini dell’ospedale di Livorno, ha approvato le linee di indirizzo per la predisposizione e l’attuazione del Piano di Area Vasta (PAV) 2016-2020 dell’Area Vasta Nord Ovest. In particolare i sindaci intervenuti in rappresentanza delle 12 Zone Distretto hanno espresso 10 voti favorevoli e 2 contrari (Zona Alta Val di Cecina e Zona Livornese).

“L’approvazione delle linee di indirizzo – sostiene Samuele Lippi, presidente della conferenza dei sindaci della USL Toscana nord ovest – rappresenta uno snodo fondamentale della nostra attività che giunge all’interno di un percorso partecipativo e democratico importante che ha coinvolto tutti i territori interessati ed ha visto la convocazione delle Società della Salute, delle Zone-Distretto e l’elaborazione di cinque bozze consegnate a tutti i membri della conferenza.

La legge regionale – continua Lippi – assegna al piano di area vasta un ruolo fondamentale nella programmazione dei percorsi assistenziali in modo da garantire l’appropriatezza degli interventi, tenendo conto delle particolari condizioni delle zone disagiate e montane del territorio. Proprio per l’importanza di questo passaggio la conferenza aziendale dei sindaci all’unanimità ha chiesto agli interlocutori regionali tramite il responsabile per la programmazione sanitaria dell’Azienda USL Toscana nord ovest, Edoardo Majno, di poter avere il tempo necessario per fare tutte le valutazioni e le condivisioni ritenute indispensabili. In tale senso chiediamo alla Regione Toscana di farsi carico nei confronti del Ministero della nostra istanza volta al rispetto dei tempi necessari e legittimi ad un proficuo approfondimento di un elemento così importante come quello della programmazione sanitaria. Non si tratta quindi una dilazione temporale non motivata, ma della opportuna richiesta di un congruo tempo finalizzato all’approfondimento e alla condivisione con i territori che sarà di sicuro beneficio alla riforma stessa”.

 

LE LINEE DI INDIRIZZO

Conferenza dei Sindaci

AUSL Toscana Nord Ovest

 

Linee di indirizzo per la predisposizione e l’attuazione del Piano di Area Vasta 2016-2020 dell’area vasta Nord Ovest

 

Cenni Normativi

La L.R. 40/2005 ss.mm.ii. individua nel Piano di Area Vasta la sede di attuazione della programmazione strategica regionale. L’art. 9 stabilisce, infatti, che ‘la Regione garantisce e sovrintende l’ attuazione della programmazione strategica regionale attraverso i piani di area vasta” a cui concorrono, nella specificità propria del ruolo e dei compiti di ciascuna, le Aziende USL e le aziende Ospedaliero Universitarie. Si prevede, in particolare, che il Piano di Area Vasta “coordina l’offerta complessiva dei percorsi assistenziali, definiti attraverso i dipartimenti interaziendali di area vasta, garantendo l’appropriatezza degli interventi, anche tenendo conto delle particolari condizioni delle zone disagiate e montane del territorio” (art. 23 bis, comma 2).

La stessa Legge Regionale prevede inoltre che i contenuti e i riferimenti temporali del PAV siano definiti dal PISSR. Bisogna considerare che il piano attualmente in vigore (paragrafo 6.3.1) è stato approvato con un assetto istituzionale e di governance diverso dall’attuale e rischia quindi di essere fuorviante. D’altra parte visti i tempi imposti dalla programmazione, non è possibile per la predisposizione delle linee di indirizzo, aspettare la nuova pianificazione regionale di settore che presumibilmente arriverà in tempi non coerenti.

Prendendo atto che in ossequio alla legislazione regionale il PAV riguarda principalmente l’offerta ospedaliera nelle sue varie declinazioni, con riferimento ai presidi ospedalieri dell’Azienda sanitaria Toscana Nord Ovest e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, si ritiene comunque essenziale ritrovare all’interno della pianificazione, per lo meno gli elementi di coerenza e di integrazione fra la rete ospedaliera e la rete dell’assistenza territoriale socio sanitaria.

In questa ottica, tenuto conto del particolare momento di attuazione della riforma sanitaria e del fatto che siamo davanti al primo Piano dell’Area Vasta Nord Ovest, la Conferenza dei Sindaci definisce le seguenti linee di indirizzo ai sensi dell’art. 12, comma 6, lett. f) della LR 40/2005 ss.mm.ii, riservandosi in fase di approvazione del PAV, al momento di raggiungere l’intesa prevista (art.23 bis c.4), di stabilire precisi e concreti obiettivi di risultato, da legare alla fase attuativa annuale della stessa pianificazione di Area Vasta.

Premessa

Per gli Enti Locali, come per tutto il sistema regionale, la riforma della governance in Sanità con la riduzione del numero delle ASL costituisce una sfida di notevoli proporzioni. I livelli di governance politica amministrativa vengono ridotti avendo accorpato quello di Area Vasta a quello Aziendale, ma alzano il livello della dimensione di scala dei problemi inserendoli in una prospettiva territoriale ampia e articolata. Lo sforzo da fare oggi quindi, non consiste più soltanto nel consolidare le pratiche sovracomunali di programmazione, controllo e gestione dei servizi socio sanitari integrati, ormai tutto o quasi a livello di Zona Distretto/SdS, ma anche e soprattutto soddisfare le istanze delle comunità di riferimento attraverso i servizi erogati all’interno di reti e percorsi assistenziali ospedalieri all’interno dei quali ogni nodo della rete è indispensabile.

Occorre quindi un salto nella capacità di co-programmazione della politica sanitaria regionale, che attribuisce agli Enti Locali, precisi compiti da svolgere all’interno delle nuove Conferenza Aziendali dei Sindaci. Nel nuovo contesto istituzionale della AUSL Toscana Nord Ovest si trovano a confrontarsi 103 comuni, compresi in un territorio non molto esteso ma variegatissimo; alle zone urbane ad alta densità abitativa, fanno da contraltare aree montane meno densamente popolate, alla vasta area pianeggiante della Piana dell’Arno e di Lucca, si alternano le zone collinari che arrivano fino al confine con la maremma grossetana, per non dire della lunga fascia costiera e della specificità innegabile dell’Isola d’Elba e di Capraia. Realizzare all’interno della Conferenza Aziendale dei Sindaci la giusta sintesi fra territori diversi fra loro e tutti dotati di specificità precipue, sarà un compito probante e difficile.

LA Regione Toscana ha già attuato in passato una programmazione di area vasta, ma in ben altro contesto istituzionale, le presenti linee di indirizzo e l’intesa da trovare sul PAV da parte della Conferenza dei Sindaci rappresentano perciò un inedito.
Si tratta di conciliare in un periodo di risorse certo non abbondanti, la necessità di soddisfare i bisogni di salute delle nostre comunità, con l’organizzazione della risposta socio sanitaria su una scala così ampia e mai tentata prima. In un contesto epidemiologico dominato dalle patologie croniche, il rapporto fra la dimensione territoriale dell’assistenza e quella ospedaliera si fa ancora più stringente. Occorre essere capaci di spingere sull’innovazione dei percorsi e dei processi di cura, con particolare attenzione però alla prevenzione e alla promozione di stili di vita salutari, perché sappiamo che la risposta sanitaria non soddisfa che in parte ridotta i bisogni di salute. L’organizzazione della risposta sanitaria su questa scala non può che partire dai territori e dalle aspirazioni in termini di salute e benessere, a prescindere dal loro grado di misurabilità.

Le amministrazioni Comunali rappresentano il primo contatto del cittadino rispetto ai bisogni che esprime e la sanità non fa eccezione; nonostante le competenze dirette non siano molte, il Sindaco garante della salute della comunità che amministra, viene visto come la figura che deve assicurare la salute di tutti non solo dal punto di vista dell’organizzazione sanitaria. Per questo motivo è necessario che il Sindaco, all’interno delle Conferenza Aziendale ma anche e soprattutto all’interno di quelle zonali e delle SdS, possa intervenire in modo sostanziale all’interno dei meccanismi decisionali relativi alla fase attuativa della programmazione di Area Vasta e cioè a livello di PAL e PAO oltre che naturalmente all’interno del PIS e dei PIZ. Il ciclo della programmazione deve essere ben definito e reso coerente con le ricadute pratiche sul territorio e quindi sulle comunità amministrate in primo luogo dagli Enti Locali, i rappresentanti dei quali eletti direttamente dai cittadini, devono poter essere protagonisti delle scelte di salute derivanti dalla programmazione a tutti i livelli.  A questo si aggiunge il giusto richiamo che giunge dalle zone montane, interne, disagiate, periferiche ed insulari della Regione ad essere garantiti nell’equità di accesso ai servizi sanitari.

Il ruolo dei Sindaci all’interno della Conferenza Aziendale deve essere quindi, anche e soprattutto quello di reclamare e presidiare la stessa equità di accesso ai servizi sanitari per  tutte le persone presenti sul territorio di competenza, a prescindere dal loro comune di residenza, dal loro ceto sociale e dal loro reddito.

Il Piano di Area Vasta, deve definire con un respiro pluriennale, le risposte di settore a bisogni complessi e deve farlo mettendo insieme organizzazioni sanitarie altrettanto complesse, come la nuova AUSL frutto di 5 precedenti Enti, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, e gli altri enti sanitari di rilevanza regionale.

Avendo chiaro che non si deve mollare sul tema dell’appropriatezza prescrittiva e della risposta territoriale e ospedaliera, essendo consapevoli che in sanità sostenibilità ed efficienza, in un sistema improntato al Diritto alla Salute e non al profitto,  producono buoni risultati in termine di salute per i nostri cittadini (quasi un controsenso: chi spende meno in sanità spende meglio, come dimostrano le regioni in Piano di rientro che mediamente forniscono risposte sanitarie inferiori a quelle con i conti a posto), sapendo che il Governo Clinico non appartiene alla sfera di competenze comunale, la Conferenza dei Sindaci della AUSL Toscana Nord Ovest chiede che il PAV contenga tutti gli elementi tecnico scientifici e organizzativi, per rispondere in pieno alle aspettative che come Enti Locali abbiamo riversato sulla riforma della Sanità toscana, consapevoli che questa scala dimensionale può essere quella giusta per organizzare al meglio le attività socio sanitarie.

Auspichiamo di poter vedere risolto l’annoso problema delle liste d’attesa, in qualche caso ancora troppo lunghe al netto di un’appropriatezza prescrittiva ancora da raggiungere pienamente.

Auspichiamo che il rapporto con l’Università di Pisa sia improntato alla massima trasparenza e alla completa integrazione con il resto dell’offerta ospedaliera di Area Vasta, così come nello spirito della riforma. Il Terzo Livello di risposta sanitaria deve accrescere la sua capacità innovativa e di ricerca ma all’interno di una dinamica pienamente inserita e collaborante col resto della rete ospedaliera e territoriale. In concreto l’Azienda Ospedaliera Universitaria deve distinguere tra le prestazioni che fornisce in quanto ospedale di base della zona  ( adeguate e dimensionate in base ai bisogni dell’utenza dato il fatto che rappresenta l’Ospedale di base della Città di Pisa) e quelle specialistiche di Terzo Livello rivolte all’utenza di Area Vasta e non solo.

Auspichiamo in sostanza che tutti i territori che formano la nostra AUSL avvertano, percepiscano, che la riforma ha prodotto risultati tangibili nell’ottica di un miglioramento dei servizi socio sanitari, sapendo bene che il tutto deve essere raggiunto, come detto, a risorse date. Auspichiamo che il territorio, tema ovviamente non centrale di un piano che essenzialmente deve integrare AUSL con AO, non venga relegato ad ancella del sistema ma valorizzato nello spirito della legge di Riforma.

In questa ottica e secondo questi auspici, gli indirizzi contenuti in questo atto costituiscono un contributo di sistema da parte di chi nel sistema si sente inserito e pienamente corresponsabile.

 

  1. Analisi della domanda e dell’offerta nell’area vasta Nord Ovest

Posto che la conoscenza è il primo tassello di una efficace programmazione, pare opportuno prevedere una analisi esaustiva del bisogno di salute della popolazione mediante indicatori demografici e di patologia e una analisi dei dati di consumo delle prestazioni sanitarie dei residenti del vasto e articolato territorio di riferimento.

Questa analisi di identificazione qualitativa e quantitativa della domanda sanitaria, dovrà essere messa in relazione con i dati di attività dei presidi ospedalieri dell’Azienda sanitaria Toscana Nord Ovest da una parte e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria dall’altro, in modo che le azioni ed i programmi che saranno contenuti nel PAV trovino fondamento nella volontà di dare risposte più esaustive ai bisogni evidenziati dai dati stessi o di correggere eventuali inefficienze o criticità che questi dati potrebbero evidenziare.

Per consentire la piena attuazione del principio è necessaria la definizione della struttura di pianificazione che, ai vari livelli, produca le analisi necessarie per definire i bisogni specifici dei territori partendo dalla definizione della rete ospedaliera fino alla complessiva presa in carico del cittadino.

Questa analisi sarà propedeutica alla definizione degli obiettivi di area vasta e degli standard qualitativi e quantitativi della rete ospedaliera.

 

  1. Standard qualitativi e quantitativi di area vasta

Sulla base dell’analisi di cui sopra, il Piano di Area vasta definisce il livello ottimale dell’offerta dei servizi ospedalieri, anche al fine di garantire una omogenea erogazione dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio e individua appositi standard di riferimento per le attività di alta specializzazione, in relazione agli specifici ambiti territoriali.

Gli ospedali in rete dovranno garantire maggiore equità di accesso e risposte qualificate ed adeguate al bisogno con particolare attenzione ai cittadini non autosufficienti e fragili, valorizzando potenzialità e vocazione degli Ospedali territoriali e di prossimità, integrandoli maggiormente con il resto della rete ospedaliera dove necessariamente è concentrata la casistica più appropriata, costruendo inoltre una adeguata ed efficiente rete dell’Emergenza Urgenza.

Il livello di programmazione di area vasta, infatti, costituisce l’ambito funzionale in cui validare gli standard quantitativi e qualitativi, individuati in relazione ai livelli di appropriatezza delle prestazioni.

Il PISSR prevede (pag. 241) che l’area vasta abbia ruolo con riferimento a: “rete specialistica di area vasta (integrazione ospedale/università/territorio, équipe specialistiche di area vasta che si muovono sul territorio, percorso che inizia “in prossimità” e si snoda dove sono garantite qualità e sicurezza secondo i concetti di soglie e volumi di attività e utilizzo ottimale delle strutture e delle tecnologie (standard ottimali ed omogenei)”.

  1. Integrazione dei servizi assistenziali in rete

Il Piano di Area Vasta delinea la rete integrata dei servizi e dei percorsi assistenziali offerti dalle aziende di riferimento, distinguendo tra servizi dell’Azienda Sanitaria e servizi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria.
Nell’ottica della rete ospedaliera planare, con funzioni diffuse su tutto il territorio all’interno di vari presidi Il PAV definisce una sorta di “carta mappatura dei servizi” di area vasta che possa orientare i cittadini afferenti all’azienda toscana Nord Ovest tra i servizi offerti nei vari presidi.

E’ necessaria una esaustiva e fruibile descrizione del sistema di produzione e offerta di prestazioni articolato nei vari punti della rete, le specializzazioni attualmente presenti e quelle prevedibili, i flussi attuali e quelli a cui tendere, le relazioni funzionali tra centri di produzione di alta specializzazione con i livelli periferici della rete.

Particolare attenzione deve essere posta alla concentrazione di offerta assistenziale composita che funge da riferimento extra zonale, in modo da inserirsi al meglio con l’offerta ordinaria che insiste nella stessa area di riferimento.

In alcuni presidi ospedalieri sono ospitati servizi socio sanitari di tipo non residenziale, come SERT e Consultori che sarebbero meglio collocati in strutture non Ospedaliere e di maggior fruibilità per gli utenti.

A proposito invece dell’offerta residenziale di servizi di Alta Integrazione quali gli S.P.D.C. occorre prevedere una dotazione adeguata rispetto alle necessità espresse e perfettamente inserite nella programmazione zonale o di SdS così come espressamente previsto dalla normativa regionale.

 

  1. Appropriatezza e sostenibilità

L’obiettivo di miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del sistema e della lotta agli sprechi deve essere prioritario, posto che in un contesto di ristrettezza di risorse la gestione ottimale delle stesse è l’unico modo per migliorare la quantità e la qualità dei servizi offerti. Ne consegue che, data la crescente ripercussione sulla spesa farmaceutica e specialistica territoriale, sono necessarie politiche e azioni di condivisione degli obiettivi di appropriatezza e di integrazione fra la realtà territoriale e quella ospedaliera (sia presidi ospedalieri dell’azienda sanitaria che aziende ospedaliere universitarie) finalizzate a garantire un percorso unico di governance.

 

  1. Liste di attesa e prestazioni diagnostiche e ambulatoriali

La gestione delle liste di attesa rappresenta in tutti i sistemi sanitari uno dei problemi maggiormente avvertiti dai cittadini; l’abbattimento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie è uno degli obiettivi prioritari della programmazione di area vasta che ha lo scopo di coordinare l’offerta complessiva dei percorsi assistenziali e di armonizzare ed integrare i livelli di programmazione dell’azienda sanitaria e dell’azienda ospedaliera universitaria.

Il Piano di Area Vasta individua strategie che, in un’ottica di condivisione di criteri comuni di appropriatezza prescrittiva, arrivino ad individuare l’offerta di servizi necessari per soddisfare le esigenze dei cittadini.

Sappiamo che non è attraverso l’aumento dell’offerta che si abbattono le liste d’attesa, soprattutto quelle ambulatoriali.

Occorre pensare al superamento del CUP come sistema di prenotazione, il quale mostra sempre di più difficoltà a rispondere al meglio ai bisogni del cittadino di vedere evase le proprie necessità sanitarie, velocemente e se possibile vicino alla propria abitazione; occorre pensare ad un sistema di prenotazione che si basi sui Medici di Medicina Generale e gli Specialisti, che limiti all’indispensabile il ricorso alla duplicazione degli esami prevedendo l’utilizzo ottimale delle strutture e delle tecnologie, soprattutto quelle più costose, anche collegando strettamente le attività svolte in istituzionale con quelle svolte intramoenia.

Un ulteriore elemento è dato dall’integrazione con l’offerta privata, profit e soprattutto no profit e del volontariato. Ci sono energie e competenze in questo settore che se governate da una regia pubblica possono offrire soluzioni importanti e di qualità alle necessità delle nostre comunità.

L’intramoenia deve essere regolata in modo da non determinare nei fatti un diverso trattamento fra coloro che decidono di avvalersene e chi invece rimane dentro il sistema interamente pubblico, senza avvilire le professionalità di nessuno, ma senza creare doppi canali di offerta.

L’accentramento dell’offerta sanitaria quando risponde ad esigenze di qualità va accolto positivamente , ma occorre provvedere per assicurare un sistema integrato di trasporto verso le sedi di erogazione, che permetta a tutti di accedervi con la stessa velocità e frequenza.

 

  1. Risorse finanziarie e di personale

Il tema delle risorse finanziarie e di personale assume grande rilevanza nella stesura di un PAV che per la prima volta mette in relazione le AUSL e le AOU a questo livello di dettaglio. Svincolare la pianificazione dal budget rischia di essere un esercizio poco più che accademico e se la legge 84/2015 non aveva come obiettivo quello di ottenere semplici risparmi di scala ma offrire risposte più adeguate alle domande di salute delle nostre comunità è pur vero che una dotazione finanziaria adeguata e certa serve al programmatore politico e sanitario, nelle loro relative attribuzioni e competenze, per vincolare obiettivi a risultati misurabili e verificabili negli anni. La previsione del fabbisogno finanziario e di personale dell’Area Vasta quindi si rende prioritariamente necessaria, anche al fine di rendere uniforme su scala Aziendale e Regionale i livelli di finanziamento e di dotazione delle risorse di personale.

Particolare attenzione va dedicata alle graduatorie di concorso per le zone insulari e periferiche che necessitano di certezze di riempimento costante delle piante organiche.

 

  1. Piani di investimento delle dotazioni tecnologiche e strutturali

Il PAV riporta l’analisi della situazione attuale con riferimento alle dotazioni tecnologiche e strutturali e definisce, in accordo con le aziende sanitarie, un piano di allocazione e sviluppo delle stesse, tenendo conto dei volumi ottimali di attività, delle conseguenti soglie e dei bisogni dei territori e del livello di vetustà delle dotazioni attualmente in esercizio. L’implementazione di procedure innovative e per l’eventuale avvio di attività che comportano uso di tecnologie nuove o ad alto costo dovrà essere prevista nel PAV o nei suoi aggiornamenti annuali in modo da tener conto degli effetti sulle attività ordinarie, dell’interesse interaziendale all’attività, delle eventuali necessità di sperimentazione, dei costi e dei benefici delle innovazioni.

L’acquisizione, anche attraverso donazione, di nuove e costose tecnologie, non può essere fatta se non prevista nel PAV, che dovrà definire precisamente l’elenco delle tecnologie a disposizione e per conseguenza delle eventuali necessità di rinnovo tecnologico o di acquisto di novità nel frattempo sopraggiunte e validate dalla comunità scientifica.

Si richiede un piano specifico di investimento per l’informatizzazione sia interna che nei rapporti con i cittadini.

Occorre pensare anche ad una riqualificazione ed adeguamento strutturale intesi come esecuzione di tutte le opere di messa a norma, adeguamento, completamento delle parti strutturali ed impiantistiche per la sicurezza del personale e degli utenti e per raggiungere l’obiettivo di strutture completamente accessibili.

 

  1. Continuità Ospedale – Territorio e ricoveri /dimissioni complesse

Il PAV deve contenere precise indicazioni per raggiungere il pieno coinvolgimento dell’Azienda Ospedaliera nei percorsi di dimissioni complesse, condivisi con l’Azienda Sanitaria territoriale e attuati nelle singole zone distretto, in modo da costruire un percorso senza salti assistenziali per i cittadini delle nostre comunità.

E’ necessario che il cittadino non avverta una differenza qualitativa fra l’assistenza ospedaliera e la risposta territoriale al suo bisogno di salute, soprattutto dopo un ricovero per casistiche complesse; il territorio deve evolvere ad un livello qualitativo elevato, e percepito come tale dai cittadini. Per quanto riguarda i ricoveri ruolo fondamentale e quello dei MMG che potrebbero procedere alla proposta di ricovero direttamente contattando apposita struttura del presidio ospedaliero di riferimento

Il PAV deve contenere inoltre indicazioni altrettanto precise per la strutturazione dei percorsi tra specialisti ospedalieri e i MMG, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle patologie croniche, coinvolgendo le AFT e le Case della Salute. Queste ultime devono essere intese non più come presidi dove si erogano esclusivamente le mere prestazioni su richiesta (a seguito di prescrizione medica), ma anche forme di consulenza/prestazione dirette alla presa in carico del cittadino con cronicità.

In Ospedale si deve poter trovare risposta alla eventuale riacutizzazione delle patologie e alla domanda di consulenza specialistica, ma la gestione del complesso della patologia deve essere lasciata al territorio, all’interno del quale il paziente cronico deve trovare risposte adeguate e di qualità ai suoi bisogni socio sanitari.

 

  1. 118 e patologie tempo dipendenti

Il PAV deve garantire l’efficacia delle rete dell’emergenza-urgenza, attraverso una appropriata diffusione dei PET e un rapporto virtuoso con le Associazioni di Volontariato, troppo spesso in difficoltà per pagamenti insufficienti o troppo ritardati.

Occorre assicurare la risposta efficace e appropriata per le patologie tempo dipendenti soprattutto per i territori oggettivamente meno serviti e più lontani dai centri di erogazione delle prestazioni sanitarie di Terzo Livello; la risposta alle emergenze relative alle patologie cardio correlate (che rappresentano la prima causa di morte nel profilo di salute delle nostre comunità), deve essere organizzata in modo da non lasciare buchi assistenziali, soprattutto a riguardo della situazione del sud della AUSL Toscana Nord Ovest, dove si registra una lontananza eccessiva dai punti di emergenza per le patologie sopra ricordate.

Si rende necessario il mantenimento dei Presidi Ospedalieri che in un raggio di trenta chilometri non vedano la presenza di altri nosocomi, o che comunque siano necessari per garantire il principio della “golden hour” dalla località più lontana nel territorio di riferimento, rispetto al presidio ospedaliero stesso. Ciò in modo da costituire riferimento reale per i bisogni prioritari di salute della popolazione di un determinato ambito territoriale, in ossequio alla determinazione dei livelli essenziali di assistenza concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti in egual modo su tutto il territorio nazionale.

 

  1. Pronto Soccorso

Il PAV deve garantire su tutti i territori l’efficacia e l’efficienza dei Pronto Soccorso di Presidio in modo da diffondere nelle comunità di riferimento la certezza di avere la risposta più appropriata alle emergenze.

Il Pronto Soccorso rappresenta in molti casi la porta di accesso all’Ospedale e l’organizzazione della rete di Area Vasta al bisogno emergenziale è fondamentale per garantire risposte efficaci ed appropriate a prescindere dal luogo di residenza dei cittadini. Il P.S. per funzionare al meglio deve essere inserito in un presidio ospedaliero capace di esaudire a valle della prestazione in emergenza le necessità cliniche dei pazienti e deve avere una dotazione di personale adeguata e costante soprattutto in aree a forte vocazione turistica.

Non banale è il tema dell’accoglienza; molto spesso il giudizio sui Pronto Soccorso viene espresso sulla base del tempo d’attesa (talvolta giustificato dal tipo di codice assegnato) e dalla mancanza di una relazione efficace fra operatori, pazienti e familiari in attesa; prevedere un miglioramento di questo aspetto diventa necessario.

Nei reparti di Osservazione Breve, non si deve dimenticare che il termine breve assume un significato di natura scientifica e tecnico-organizzativa, mentre per il ricoverato spesso significa trascorrere ore in uno spazio assistenziale dove i protocolli non prevedono la distribuzione dei pasti o semplicemente di acqua,

Ma il Pronto Soccorso deve avere anche una efficace rete territoriale a monte e a valle, capace di intercettare alcuni e ben precisati bisogni fuori della struttura ospedaliera in modo da contenere i costi, alleggerire il carico nei Pronto Soccorso e offrire al cittadino una prestazione di qualità e in tempi ragionevoli. Naturalmente il tutto nella massima sicurezza e nella massima qualità della prestazione erogata.

 

  1. Valorizzazione e sviluppo delle risorse umane e delle competenze

Il PAV partecipa alla valorizzazione delle risorse umane, anche attraverso la costituzione dei Dipartimenti Interaziendali e alla previsione di un maggiore scambio tra aziende universitarie e azienda sanitario nella formazione dei professionisti.

Si reputa opportuna l’ipotesi di una maggior frequentazione durante il percorso formativo universitario e di specializzazione, dei presidi territoriali, anche quelli di aree disagiate, insulari, montane e periferiche, da parte degli studenti e degli specializzandi in medicina.

In particolari situazioni ad alta frequentazione turistica stagionale (come nel caso dell’Elba) sarebbe opportuno prevedere una formazione trasversale e interprofessionale del personale in modo da ottimizzare le risorse a disposizione e impedire vuoti assistenziali per casistiche meno frequenti ma comunque rilevanti.

 

  1. Mobilità sanitaria

Il tema della mobilità sanitaria è particolarmente importante per le zone di confine con altre regioni o con altre AUSL della Toscana; Il PAV dovrebbe prevedere criteri per la gestione programmata e regolata della mobilità sanitaria interna in modo da dare il maggior numero di risposte possibili ai residenti e governare in maniera razionale e programmata quella esterna, senza dover subire costi non preventivati dalle compensazioni di bilancio.

Rafforzando la capacità di risposta dei Presidi di confine è possibile renderli competitivi nel duplice intento di trattenere i nostri cittadini all’interno dei nostri confini e attirare se possibile i cittadini delle regioni confinanti attraverso un’offerta sanitaria di qualità.

Si rende necessario prevedere la strutturazione di protocolli, almeno con le altre AUSL toscane, per la regolamentazione formale della mobilità sanitaria dei cittadini negli ospedali di confine.

 

  1. Aree marginali Arcipelago Toscano e comunità locali

Le aree marginali, per lo più nel territorio di competenza della AUSL Toscana Nord Ovest a forte vocazione rurale e montana e insulare, sono caratterizzate da una serie di fenomeni potenzialmente disgreganti.

Basso ricambio generazionale della popolazione e progressivo invecchiamento anche in connessione con il depauperamento delle opportunità, specialmente per le giovani generazioni. Difficoltà a gestire servizi di natura sociale e sanitaria in territori caratterizzati da abitato sparso.

Potenziali asimmetrie di accesso ai servizi. Depauperamento del capitale sociale e delle reti di prossimità.

Questi fenomeni inducono ad operare con strategie innovative. In queste aree lo sviluppo delle tecnologie sembra quanto mai opportuno, a partire dalla diffusione delle ITC per favorire accesso ai servizi a distanza, dalle prenotazioni alla telemedicina.

Il mantenimento in queste aree di un’offerta sanitaria di qualità deve essere solo un primo passo nella direzione di un vero coinvolgimento delle strutture ospedaliere delle aree disagiate nella rete ospedaliera di Area Vasta, valutando la possibilità di coinvolgere questi presidi ospedalieri nella chirurgia d’elezione avendo chiaro che la saturazione dei fattori di produzione di questo tipo di Ospedali consente maggiore economie di scala e abbattimento delle liste d’attesa.

La qualità dell’offerta sanitaria riduce gli effetti disgreganti di alcuni fenomeni che caratterizzano queste aree e che vanno salvaguardate per il ruolo importante che hanno nell’economia della regione e per la salvaguardia ambientale oltre che, naturalmente, sociale e di comunità.

La specificità insulare sarà oggetto di particolare attenzione negli atti di programmazione successivi al presente, date le caratteristiche di unicità dell’Arcipelago Toscana, all’interno dei quali devono essere garantiti al meglio gli standard di qualità e sicurezza.

 

  1. Marginalità grave e servizi sanitari

Gli anni di crisi che hanno attraversato il nostro paese hanno portato ad un aumento delle diseguaglianze anche in sanità e prodotto fenomeni sociali nuovi che mettono in stretta relazione lo stato di salute con la marginalità sociale. I comuni sono spesso in prima fila nel combattere questi fenomeni che interrogano però fortemente il sistema sanitario nel suo complesso.

Bisogna saper leggere questi fenomeni e verificare l’impatto sullo stato di salute dei cittadini e per conseguenza sull’organizzazione socio sanitaria. La risposta migliore ovviamente è data dal sapere intercettare il disagio prima che si scarichi completamente sulla condizione di salute dei soggetti interessati, ma si rende necessario profilare al meglio alcune mirate risposte a questo tipo di insorgenti necessità, non lasciando tutto il carico ai servizi emergenziali e soprattutto ai Pronto Soccorso.

I Presidi Ospedalieri quindi devono adeguare la propria organizzazione alla mutata tipologia d’utenza comprendendo la popolazione immigrata, e le problematiche di tipo sociale, per non dire della necessità di arrivare a Ospedali totalmente accessibili per le disabilità.

Quanto sopra accennato indica la necessità di iniziare un percorso di ricerca intervento, che coinvolga Ospedale, Territorio, enti ed organizzazioni che già operano con e per i senza dimora sia sul versante sociale che sul versante sanitario, allo scopo di abbattere gli elementi di diseguaglianza e a dare maggiore efficacia ed efficienza alle azioni poste in essere.

 

  1. Violenza di genere e non solo: codice rosa e servizi territoriali sociosanitari

Il recente Profilo sociale regionale 2015 pubblicato dall’Osservatorio sociale regionale, dedica una specifica sezione sintetica alla Violenza di Genere, che rimanda al dettaglio del VII rapporto sulla Violenza di genere 2015. I dati riportati evidenziano valori in aumento in tutti gli ambiti considerati: centri anti-violenza, pronto soccorso, consultori. Al di là delle diverse interpretazioni possibili, l’Osservatorio sottolinea come siano “certamente cresciute capacità di riconoscimento del fenomeno, volontà e possibilità di far emergere le situazioni di violenza, grazie anche al forte impegno in prevenzione e sensibilizzazione, ma il fenomeno non è certo in via di esaurimento e anzi fa sentire ancora forte la sua presenza.”

Nel merito del rapporto tra servizi territoriali sociali e sanitari e codice rosa, appare necessaria quindi, la produzione di accordi operativi e protocolli di raccordo tra codice rosa e servizi territoriali per dare efficacia alla presa in carico continuativa della donna, costruendo fin da principio il modello di intervento in maniera condivisa con i diversi attori del sistema.