I sindacati pensionati di CGIL, CISL e UIL Toscana indicano alla Regione le priorità in 5 punti
I sindacati pensionati SPI CGIL Toscana, FNP-CISL Toscana e UILP-UIL Toscanachiedono alla Regione Toscana diaccelerare sulla sanità territoriale, per aumentare la capacità di risposta sul territorio alle esigenze sanitarie della popolazione, dando il via alle prime sperimentazioni concrete su territori. Lo fanno attraverso un documento in cinque punti approvato dalle Segreterie regionali SPI CGIL Toscana, FNP-CISL Toscana e UILP-UIL Toscana, che stamattina è stato al centro di un confronto con l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini e i dirigenti regionali del settore Monica Marini, Andrea Belardinelli e Claudio Marinai. In Toscana secondo dati Agenas nel 2024 gli over 65 sono il 25.8%, si stima che nel 2050 saranno il 35.4%. Sono cinque i punti che sintetizzano le richieste dei sindacati alla Regione Toscana: la realizzazione di una rete capillarmente diffusa delle Case di comunità come punto centrale della riforma; un modello di presa in carico del paziente svincolato da eccessi burocratici da realizzare con una radicale azione di snellimento e semplificazione delle procedure; dare certezza a tutti i toscani dell’assistenza da parte del medico di base anche nelle aree interne e svantaggiate; in ambito socioassistenziale, a partire dalle strutture di RSA, favorire il ruolo del pubblico nella gestione delle cure intermedie e nel monitoraggio medico sui pazienti di queste strutture; accelerare su una strategia di prevenzione per la popolazione anziana volta a comprimere il tempo della non autosufficienza rispetto al tempo di vita.
Tutto ciò al netto del tema imprescindibile delle risorse, per le quali si deve insistere affinché il Governo adegui il finanziamento del SSN almeno agli standard europei.
“Oggi c’è una grande occasione con le risorse del Pnrr, tutti i bandi sono stati già fatti quindi dovrebbero partire le case di comunità e le infrastrutture che vanno sul territorio – afferma il Segretario generale dello SPI CGIL Toscana Alessio Gramolati –. È il momento di accelerare e di accorciare il passaggio dal dire al fare: questo è possibile solo attraverso una migliore organizzazione, minore burocrazia e molta più tecnologia, perché ci sono tante innovazioni che possono migliorare la vita dei cittadini, specialmente quelli anziani. La sanità pubblica si difende se si migliora”.
“Oggi noi chiediamo che sulla sanità territoriale ci sia un’accelerata – sottolinea il Segretario generale FNP-CISL Toscana Viviano Bigazzi –. I non più giovani, come noi, sono tanti e tanti di più diventeranno. Il sistema toscano, basato prevalentemente sugli ospedali, non può reggere questo cambiamento demografico e non è pensabile non avere una assistenza sanitaria sul territorio, vicino a casa”.
Come ricorda la Segretaria generale UILP-UIL Toscana Annalisa Nocentini: “A nostro parere bisogna superare la visione ospedalocentrica per arrivare al miglioramento della qualità di vita reale del cittadino sopra ai 65 anni. In tal senso abbiamo chiesto un tavolo ad hoc per le tematiche della popolazione anziana in Toscana, che tra vent’anni sarà più di un terzo della popolazione. A questo tema e alla qualità della vita si aggiunge l’eventuale risparmio di risorse pubbliche dato dall’investimento sulla salute. Questo è un obiettivo ambizioso: nella speranza che la controparte pubblica continui con la sensibilità che ci sta dimostrando, noi continueremo su questa linea”.