A comitati e associazioni non è proprio andato giù il consiglio comunale del 27 luglio scorso e, con una lettera, si rivolgono direttamente al Garante della Comunicazione regionale Morisi. Il suo, secondo loro, dovrebbe essere un intervento a tutela del diritto dei cittadini ad una reale partecipazione, in quanto il regolamento approvato in sede amministrativa non rispetterebbe le direttive del suo omologo toscano. Tra i due emergerebbe, secondo associazioni e comitati una palese e profonda differenza: mentre la Regione mirerebbe a far partecipare i cittadini all’elaborazione delle scelte di pianificazione, nominando a tale scopo un Garante ad hoc, perché controlli che il Responsabile del Procedimento operi al fine di garantire la partecipazione, il Comune di Carrara si limiterebbe al contrario ad informare i cittadini su scelte già fatte, riducendo la figura del Garante a collaboratore paritetico del Responsabile del Procedimento. L’Amministrazione carrarese insomma giocherebbe sull’equivoco di un’equiparazione tra Garante della Comunicazione e Garante dell’Informazione: situazione tanto più grave questa, di fronte alle trasformazioni al territorio che la costruzione del porto e del Waterfront comporteranno. “A nostro avviso”, affermano i firmatari della lettera, “il Regolamento Comunale, nella sua voluta ambiguità e solo apparente conformità al testo Regionale, è intenzionalmente costruito in modo tale da impedire l’autentica partecipazione popolare alla pianificazione del territorio”. Nello specifico quindi, le associazioni, allegando documentazione del loro intervento in sede di Consiglio, si appellano alla Regione affinché questa la valuti ed intervenga presso l’Amministrazione carrarese perché modifichi il regolamento approvato rendendolo conforme a quello toscano.